Come si può evincere dal titolo, l’uda “Verba volant” è nata con la finalità di
avvicinare gli alunni al mondo delle parole in un modo nuovo, più intimo e
corporeo. In una parola: TEATRALE o, utilizzando un nobile sinonimo,
POETICO.
L’etimologia greca di POESIA è per l’appunto, faccio, produco, mi muovo.
La poesia non è solo un tipo di testo con le sue regole di produzione. Poesia
è un’attitudine, un modo di vedere la realtà, un’atmosfera.
Abbiamo a che fare in ogni istante con termini e parole, ma troppe poche
volte ci soffermiamo sul loro suono, il ritmo interno, la vibrazione e dunque la
forza, l’energia propulsiva.
In Giappone c’è una parola ad hoc per spiegare tutto questo: kotodama.
Nel corso dei sette incontri, nel cerchio magico creato ad arte dall’atelierista
Giovanna Scardoni, gli alunni hanno potuto vivere in modo creativo parole,
sillabe e ritmi, utilizzando un facilitatore motivante ed efficacissimo qual è la
musica attraverso anche semplici e suggestive attività di body percussion.
Lo scopo era innanzitutto quello di avvicinare i bambini alla poesia con un
approccio però più dinamico e intimo e dunque da una prospettiva nuova,
lavorando sul ritmo delle parole e dei versi e sposandoli poi, a ulteriore
rinforzo, con la metrica musicale.
Questa modalità attiva, condivisa e sentita, ha innescato un movimento
fresco di poeti in erba capaci di scovare poesia ovunque (Rodari docet) e di
dare, appunto, alla poesia molteplici significati e definizioni.
L’idea di partenza è stata quella di lavorare con la parola PRIMAVERA,
avendo proprio la bella stagione sott’occhio, nel suo lento e inesorabile
sbocciare, durante gli incontri con Giovanna (dal 24 febbraio al 22 aprile)
Dopo la stesura collettiva di una semplice poesia a partire dalla parola chiave
FIORE, “C’era un fiore con un buon odore” (diventato un tormentone!) la si è
messa in musica, utilizzando l’aria de “La Primavera” di Vivaldi con
attenzione mirata a dove posizionare metricamente le parole.
Ecco la poesia:
C’era un fiore con un buon odore
Era l’odore dell’amore
Incontrarti è un onore, mio caro fiore!
Di colori sei uno splendore.
Con i tuoi colori mi fai tanti onori.
In classe c’è poi stata poi, a ulteriore sviluppo, la trasposizione in musica di
una poesia cinese: Albero secco” di Wang Ya-Ping, utilizzando una base
musicale di Enya.
POESIA DI PARTENZA: ALBERO SECCO
Un albero secco
fuori dalla mia finestra
solitario
leva nel cielo freddo
i suoi rami bruni.
Il vento rabbioso, la neve il gelo
non possono ferirlo.
Ogni giorno quell’albero
mi dà pensieri di gioia,
da quei rami secchi
indovino il verde che verrà.
Wang Ya-Ping
CANZONE: IL VERDE CHE VERRÀ
Un albero / secco
fuori dalla / mia finestra
solitario nel cielo
leva in alto / i rami bruni.
Ogni giorno / quell’albero
dona a me tanta gioia
sui suoi rami secchi indovino già
il verde che verrà.
Il vento e la neve / la pioggia, il gelo
non potranno arrecare a lui, nessun danno, nessun danno.
Sotto la terra, forti radici lo trattengono,
lo trattengono perché – L’ALBERO –
potrebbe volare.
Nelle ghiande le querce,
in ogni seme l’immensità.
Nelle ghiande le querce,
in ogni seme l’immensità.
Così è per me.
(LIRICA) Così è per me, così è per te.
Eravamo semi sì, ora il ramo è secco però…
Indovino in me tutto il verde che verrà.
Vedo in me tutto il verde / tutto il verde che verrà,
ciò che fiorirà nel verde / che verrà.
A partire inoltre da altre parole chiave emerse durante gli incontri e le
conversazioni con i bambini, PRIMAVERA, NOIA, INCONTRO, gli alunni in
gruppi di lavoro, hanno creato petali di parole con le quali si sono cimentati a
creare semplici versi personali.
Fondamentale è stato il carisma di Giovanna Scardoni, capace di accogliere
le diversità degli alunni e di “dirigerli” in un coro ove ognuno trovava voce e
spazio. Si è così creato un clima di lavoro denso e significativo basato sul
requisito fondamentale dell’ascolto reciproco. Reputiamo questo uno dei
traguardi più alti del percorso svolto, pensato proprio in funzione dei bisogni
dei bambini in merito all’ esprimere sé stessi, rafforzare l’autostima ed entrare
in relazione significativa con la “poesia” dell’altro.
Ribadiamo che in ogni lavoro proposto sia fondamentale la scelta
dell’atelierista nelle sue doti non solo professionali, ma soprattutto personali.
Grazie per questo INCONTRO speciale.